Visione atea e rispetto verso gli animali
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Martedì, 24 Maggio, alle ore 17,30 al Centro Culturale Candiani di Mestre

per il ciclo "LE STRADE DELLA RAGIONE" discussione su:

“Visione atea e rispetto verso gli animali”

introdotta dal commento del libro di Safran Foer "Se niente importa", a cura del prof. Stefano Polizzi, Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi, Università Ca' Foscari Venezia

Il commento dell’ultimo libro di Safran Foer , “Se niente importa” , sarà il viatico di Stefano Polizzi per introdurci agli aspetti della visione atea nei riguardi del rispetto verso gli animali non umani.

Il libro è un racconto-saggio sull’uso e l’abuso della carne sulle tavole di milioni di occidentali, incuranti delle sofferenze causate dagli allevamenti e dai metodi di macellazione, oltre che dei costi economici delle loro scelte alimentari, che l’autore è in grado di condurre con intelligente ironia...(clicca su Leggi tutto)

Se si prende in considerazione, come oramai molte persone fanno, la sofferenza degli animali non umani non si può che valutarne le conseguenze pratiche ed etiche. Vegetariani, vegani,o i più recenti fruttariani o crudisti , hanno portato le loro considerazioni sul tema, la loro filosofia, fino al punto di modificare la loro dieta personale. Alle motivazioni etiche del rispetto della vita per non danneggiare o far soffrire gli esseri viventi si possono senz’altro aggiungere motivazioni salutistiche, ecologiste ed economiche.

Valutando poi che molte di queste motivazioni passano attraverso un percorso personale di riflessione, non solo sul mondo, ma anche sulla nostra stessa natura ed evoluzione di animali umani, è facile intuire che il rapporto tra animali-umani-atei e animali non umani sia, per affinità, molto stretto.

Aggiungiamoci che la scienza è attenta, sia agli aspetti particolari degli esseri viventi –catalogandoli anche in erbivori e carnivori- sia agli equilibri degli ecosistemi in cui le varie componenti, anche evolutive, si modificano a vicenda, e, il dibattito sul tema proposto, assume contorni molto interessanti.

Infine, il mondo attuale così competitivo e “carnivoro”, pare derivare anche dalla considerazione particolare per l’unico animale, l’uomo, che secondo la religione può raggiungere la salvezza. Un egocentrismo che ci distanzia, in quanto esseri umani “superiori”, dall’equilibrio naturale facendoci assumere il losco ruolo di sfruttatori irrispettosi delle risorse limitate del mondo.

Come dire, viceversa, che un’attenzione differente, anche atea o agnostica, e più ugualitaria verso i nostri compagni di viaggio animali non umani, tutti compresi e non circoscritta agli animali non umani da compagnia, potrebbe essere una modalità più giusta e corretta, non solo per il nostro riequilibro psicologico e/o fisico, ma anche per il futuro delle nostre prossime generazioni.

Cathia Vigato

 

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