Donne Uaar libere e fiere
Donne Uaar libere e fiere Stampa E-mail

Ho meditato un po’ ,se proporlo o no, questo breve articolo sugli scandali che coinvolgono in questi mesi importanti personaggi politici e mediatici.

All’inizio, infatti, avevo pensato che tale riflessione non riguardasse l’Uaar.

Poi però ho realizzato che l’Uaar è fatto di persone, di uomini, e di donne.

Ho pensato agli uomini ma soprattutto alle donne appartenenti alla nostra associazione, figure femminili molto diverse da quelle coinvolte nelle recenti vicende scandalistiche, e mi sono chiesta il perchè. ..... Sono donne consapevoli delle proprie contraddizioni e del proprio valore e patrimonio intrinseco, sono acculturate, o comunque, critiche e curiose. Non nascondono la loro identità, con trucchi vistosi, abiti, borse, ed esaltano la loro femminilità in altri modi, con altri contenuti.

Sono donne razionali, certo, ma non disponibili a fare del proprio corpo e della propria mente merce a disposizione dei maschi ricchi e potenti per ricevere in cambio denaro, favori, carriera, e a loro volta potere.

Le donne atee e agnostiche sono, spesso, scomode perché mettono in discussione l’ordine prestabilito fatto di gerarchia, regole, famiglia, religione.

La religione, lo sappiamo bene, ha un assetto fondamentalmente patriarcale in cui la donna riveste un ruolo subalterno.

Un ruolo subalterno è anche quello delle odierne, anche se apparentemente furbe, odalische peccaminose che vengono selezionate, comprate e poi usate.

Un ruolo avvalorato dai fatti, oramai sostanzialmente appurati, accaduti tra le mura dei palazzi del potere e che rimbalzano dal mondo dello spettacolo come un’eco.

Mi ha fatto impressione la similitudine che ho colto tra il messaggio politico, quello religioso e quello televisivo: invitano entrambi la donna ad un modello di sottomissione sacrificale.

Nella televisione la donna è ancora una volta succube delle esigenze maschili, sia per quanto riguarda l’aspetto, che la disponibilità del suo corpo.

Un messaggio, che dai salotti inondati dalla luce azzurra dei video e dalle situazioni virtuali, arriva a permeare la vita reale delle persone, nelle case, nelle piazze, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, ma soprattutto nelle teste delle persone, anche in quelle dei bambini e delle bambine, anche in quelle delle e degli adolescenti.

Un danno grave al quale il conosciuto e rodato connubio tra potere politico e religioso non vuole dare soluzione. E’ troppo comodo infatti disporre di un gregge da poter indirizzare dove e quando si vuole e che se ne sta buono e fermo sulla parte di prato scelta da altri.

Anche gli uomini, che sembrerebbero privilegiati da questa condizione, alla fine non possono che abbruttirsi anche essi stessi, e restano solitari, e infelici, senza delle compagne autentiche con la quali confrontarsi in modo paritario, per affrontare la vita.

E concludo. Alla fine ho capito perché le donne, e gli uomini dell’Uaar sono diversi dalle protagoniste e dai protagonisti degli scandali. Ecco perché questa riflessione riguarda l’Uaar.

Perché l’Uaar con la sua attività, con le sue sollecitazioni verso la laicità e la consapevolezza di una responsabilità tutta umana dell’agire, indica altri modelli di vita dove non c’è moralismo ma etica. Dove le coscienze sono sveglie, attive, e non ammorbate dalle apparenze, dalle ipocrisie, che ancora oggi ci vengono elargite a piene mani dai soliti e noti attori.

Dove le donne e gli uomini rivendicano dignità proprio perché sono libere e liberi di non credere.

Cathiatea

 

 

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