Rotonda ed umiliazione
Rotonda ed umiliazione Stampa E-mail

Non è niente di speciale l’inaugurazione di una rotonda alla presenza di un cardinale.
Forse, è vero, non era il caso di darsi tanto da fare, ci sono cose ben più gravi e onerose.
Eppure per me, esserci stata, è stata un’esperienza particolare che proprio così non avevo mai provato.
Tornando a casa ho ripensato a cosa mi avesse fatto tanto effetto.

 

Non la presenza numerosa dei poliziotti che ci hanno subito individuato e direttamente intimato di non manifestare, di non distribuire volantini, di non “indossare” adesivi, di non eseguire alcuna azione che potesse essere interpretata come un’espressione di contrarietà all’evento.
Non il fatto che i poliziotti ci abbiano accerchiato,  seguito ogni nostra mossa, ripreso con una telecamera e alla fine della manifestazione fermato per visionare le foto che avevamo scattato. Non l’alta croce dorata che brillava al sole, tenuta da due ragazzini, che è stata la prima cosa visibile sul palco allestito. Neppure la sfilata di una dozzina di ragazze in tailleur, gonne corte e calze velate (con quel freddo!).
Neanche l’arrivo in auto nera e di lusso del cardinale, con posizioni vicine al negazionismo e piuttosto restio a denunciare i preti pedofili, sorridente e tutto vestito di rosso. Neppure il fatto che il suo discorso sia stato più lungo di quello dell’assessora comunale che l’aveva preceduto e che sia stato suonato  l’inno pontificio. Non per il discorso in cui ha ringraziato Dio per la nascita di Brusutti e ha benedetto la rotonda e  le persone, e soprattutto garantito un angelo per ogni  viaggiatore della rotonda per portarlo sano e salvo a destinazione.

 

Quello che veramente mi ha fatto effetto è stata l’umiliazione che ho provato come cittadina atea e non credente.Un’umiliazione che è divenuta palese nel vedere l’esile figura dell’assessora comunale con la fascia tricolore di fianco alla croce dorata tenuta dai bambini e con il cardinale rosso  che benediva una rotonda cittadina.
Mi è sembrato di vivere una farsa, invece era reale e dal mio punto di vista piuttosto drammatica.
L’umiliazione di aver assistito, di fatto, ad una manifestazione religiosa per l’inaugurazione di un’opera pubblica.

Sì, una semplice rotonda, dove si stagliava un manifesto pubblicitario tutto bianco, censurato, così come i nostri volantini. Un manifesto bianco  senza i colori, così belli, della laicità.

Cathiatea

 

E così si è conclusa anche questa storia di cui avete letto l’inizio sulle Ultimissime del 16 gennaio, che ha visto come personaggi principali, una frettolosa rotonda stradale da inaugurare a tutti e con tutti i costi, le foto di due modelle sui cartelloni pubblicitari, un noto cardinale che non le deve vedere, una Assessora alla cultura che pensa di fare oscurare i cartelloni pubblicitari per 48 ore, le modelle che spariscono provvidenzialmente prima della cerimonia e nessuno dichiara di essere responsabile, la gelida cerimonia sormontata dall’esibizione di una macabra seppur dorata croce, la comunicazione alla Questura da parte del circolo UAAR di Venezia per avvisare che avrebbe aderito, con le sue riserve, all’invito pubblico che era stato rivolto alla cittadinanza per l’inaugurazione, la proibizione della DIGOS a qualsiasi tipo di esternazione contraria che potesse turbare gli animi degli inauguranti, le decine di poliziotti che hanno riempito tutti gli spazi vuoti di una vuota inaugurazione per braccare la manciata di atei intervenuti pacificamente.
Alla fine risultati positivi ne abbiamo ottenuti:
- distribuito 500 volantini con più profitto (perché censurati) in zone meno gelide della città;
- richiamata l’attenzione su una morale di facciata Take Away;
- posto sui quotidiani la questione se sia ancora necessario far diventare una cerimonia religiosa, l’inaugurazione di un’opera pubblica, realizzata con i soldi dei cittadini.

Il circolo UAAR di Venezia

vedi anche Ultimissime con il servizio di RAI 3 veneto del 24.01.2011 ore 14

 

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