A PROPOSITO DELLA RIVOLUZIONARIA SCOPERTA DI VENTER E SMITH :
LA SCIENZA E LA TECNICA HANNO UN’ ETICA ?
di Gianfranco Vazzoler
Primario ospedaliero – laurea in filosofia e laurea in bioetica – socio UAAR-VE
“Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica.Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non è preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.” Heidegger - L’abbandono - 1959
Abitiamo il mondo della tecnica.
La tecnica è il nostro mondo ; si chiede se le categorie finora assunte valgano ancora cioè le categorie dell’età pre-tecnologica o non siano state oltrepassate per descrivere l’uomo di oggi storicamente diverso. La tecnica non è neutra nel determinare l’uomo di oggi.Siamo immersi nel mondo della tecnica e essa condiziona il tutto ; non possiamo essere così ingenui da credere di essere indipendenti da essa. Il mondo è organizzato tecnicamente , è il nostro ambiente , non possiamo scegliere , si è dentro....
Sebbene la scienza e la tecnica non propongano verità assolute perché esse affermano aspetti particolari della realtà e le spiegazioni sono “ sufficienti “ e non “ necessarie “ , potremmo noi vivere senza la scienza e la tecnica che è “ figlia della prima ? Credo di no.
L’uomo non è uomo senza la tecnica. (1)
Potremmo noi essere quel che siamo se non avessimo inventato le prime pietre scheggiate che hanno permesso la sopravvivenza oppure senza la ruota che ha ridotto le fatiche dell’ uomo oppure senza il fuoco ? E oggi con gli strumenti tecnici abbiamo la possibilità di indagare il macroscopico e il microscopico per non citare i progressi che riguardano la salute dell’uomo dalla clonazione al trapianto di organi, dalle ricerche vaccinali agli antibiotici, dalla sostituzione di parti dell’organismo come la sostituzione del femore con femore artificiale e così via. La tecnica allora è utile all’uomo.
Siamo arrivati oggi a una “ grande scoperta “ ; quella di Venter e Smith.
La nostra è l’era della genetica , quella scienza che studia la trasmissione delle caratteristiche biologiche da uno all’altro individuo e da una generazione a un’altra.Questo procedimento tecnico, annunciato su “ Science “ il 19 giugno, ha permesso di “ trasformare” la vita. Si è modificato un microrganismo immettendo , dopo aver tolto il suo naturale corredo cromosomico, un corredo cromosomico “ artificialmente “ costruito cioè un DNA di laboratorio.Questo è straordinario. Si è costruita in laboratorio la prima cellula artificiale controllata da un DNA sintetico che si riproduce. E’ la biologia sintetica. Adesso tocca al citoplasma ma non pare un problema insolubile ; allora avremo prodotto la vita ; avremo “ creato “ la vita.
Questa scoperta di Venter apre una questione cioè quella di determinare cosa sia l’anima.
Ma non solo , essa pone anche ripensamenti sul “ creare dal nulla “ ; Genesi dice : “ In principio Dio creò il cielo e la terra “ e li creò dal nulla , ex nihilo. La Chiesa cattolica si affretta a dichiarare che la scoperta di Venter non porta con sé sconvolgimenti teologici , la creazione ex nihilo è tutt’altra cosa. E afferma con il card. Bagnasco che la Chiesa guarda con favore alle scoperte scientifiche , cellula sintetica compresa ma però esiste un problema : E’ ipotizzabile una fabbricazione di un uomo artificiale ?
Lascio, a tutti coloro che leggono questo articolo, una risposta alla domanda.
Alla domanda che dà origine a questo scritto cioè “ la scienza e la tecnica hanno una morale ?" cosa si può rispondere se non che la scienza e la tecnica non hanno una morale se intendiamo la morale il comportamento umano. No, non hanno morale.
La tecnica vuole raggiungere qualsiasi fine a lei proposto.
La tecnica vuole una sola cosa : il proprio potenziamento ; è volontà di potenza senza un fine e procede senza porsi un fine cioè è un procedere a-finalistico essendo la tecnica uno strumento senza il quale la scienza non procederebbe. L’uomo si distingue dagli animali proprio per il possesso delle tecniche e quindi la tecnica è l’uomo. (2)
L’etica sta allora non nella scienza e nella tecnica ma in chi applica le scoperte della ricerca scientifica e tecnica. La scienza e la tecnica non hanno un etica se non quella del “ fare “ ciò che possono fare.
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