Meeting a Roma: impressioni e commenti
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19 e 20 settembre:primo incontro nazionale UAAR occasione della commemorazione della breccia di Porta Pia.

Un evento importante per tanti versi, per tanti motivi. Video vari su You Tube

I soci del circolo di Venezia, una decina,  sono arrivati a Roma, alcuni in auto, alcuni in treno, per ritrovarsi  nel piazzale Ankara vicino lo stadio Flaminio.

Tutti un po’ frastornati dal viaggio, da una Roma che non nasconde le sue contraddizioni di capitale e che ben rappresenta il nostro paese.

I paesaggi incantati feriti dagli edifici fatiscenti, dai capannoni industriali, dai centri commerciali, dalle immondizie, dal traffico caotico. Ma poi gli ulivi, le colline gialle, gli edifici storici e monumentali, le arance appese sugli alberi lungo un anonimo corso.

La periferia degradata, i segni dell’incuria, dell’abbandono, della miseria di una povera umanità emarginata, una decadenza palpabile e matura… come le arance appena ammirate.

Ma gli atei sono arrivati a dispetto di tutto ciò, da tutta Italia, con i loro cartelli (che bello, ironico, il “Zapatero santo subito”, ma anche tanti pensieri e frasi significative), le loro bandiere gialle per parlare dal palco allestito, per spiegare, argomentare, per dimostrare che da Bolzano alla Calabria e fino alla Sicilia, il nostro paese è unito in un fermento di democrazia , di istanze per i diritti civili. E’ unito da persone che si sforzano di essere parte attiva di un cambiamento oramai sempre più necessario e urgente.

E’ così che circa 500 persone assistono, non passive, a chi si palesa dal palco come donna o uomo appartenente ai circoli UAAR esistenti, che con determinazione, ma anche con difficoltà, persevera, pagandone anche conseguenze personali dirette (denunce, sospensioni dal lavoro), per l’idea di un paese più libero.

Si parla della scuola, di quante cose si potrebbero sistemare con i fondi statali ora destinati all’ora di religione, di quanto sia forte la discriminazione, della censura dei mezzi di informazione, di quanto il connubio chiesa-stato sia deleterio in termini sociali e civili per le donne, i conviventi, i bambini, i diversi orientamenti sessuali. Da Bolzano statistiche schiaccianti che dimostrano che la cittadinanza non si reca più nelle chiese ma che lo stato continua a erogare fondi per costruirne sempre di nuove. Da Papozze (Rovigo) la vicenda degli atei manifesti con le belle nuvolette azzurre che non piacevano a un pubblico ufficiale, esito: attacchino, nostro socio, denunciato con procedura in corso.

Dalla Puglia la notizia di raccapriccianti e costosi progetti di  eco-mostri, marcature territoriali con grandi croci e statue giganti di padre Pio sovvenzionati dallo stato, lì dove servirebbero ospedali, scuole, acquedotti.

E poi tanti altri interventi, tutti interessanti, ne ricordo solo alcuni sull’assistenza laica negli ospedali, sullo sbattezzo, sulla scrocifissione dei luoghi pubblici, quello sulle sale di commiato, pronunciato dal nostro coordinatore Franco Ferrari, che ha ampliato con l’idea di luoghi, in tutte le città, adibiti  agli eventi dei laici non credenti (dai matrimoni, ai diplomi, alle nascite).

Un susseguirsi di voci di persone ricche di qualcosa che non è il denaro, i vestiti, le auto, ma della forza di rivendicazioni dettate dalla ragione.

E ancora, abbiamo applaudito importanti personaggi, un grande Grillini che con acuta pacatezza ha additato le ipocrisie dei nostri politici, i presidenti onorari Laura Balbo, Flamigni, Pocar, e in video-interventi la sempre lucida Hack, Odifreddi.

Il nostro segretario nazionale Raffaele Carcano ha, con la solita bravura, trovato un filo ateo e giallo conduttore di tutti i discorsi e i ragionamenti.

Il concerto è stato annullato (peccato) ma abbiamo assistito anche ad una breve gag ironica sul clero.

Noi “veneziani”, infine, siamo stati piacevolmente stupiti dalla giovane nostra simpatizzante Caterina che è arrivata e si è organizzata tutta da sola, e da altri due giovani mestrini che si sono con entusiasmo aggregati al nostro viaggio e alla nostra “festa”.

Il mattino successivo, la commemorazione della breccia di Porta Pia da parte di UAAR con la deposizione di una corona, e da parte di altre laiche e democratiche associazioni rappresentate da belli e colorarati stendardi ma soprattutto da persone, forse un po’ attempate, ma cariche di grande dignità che ci hanno ricordato il rispetto della libertà e dello stato.

Concludo con un particolare saluto ad Agnese e al suo compagno che a Roma  ha ospitato alcuni di noi nella sua casa con spontaneità ed accoglienza, come se ci fossimo conosciuti da sempre.

Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento con il loro lavoro ed impegno, Adele Orioli, Grendene, l’operatore Daniele e tutti i tanti altri di cui non conosco i nomi.

Grazie a tutti i partecipanti UAAR , a voi e a noi (passatemelo, è l’entusiasmo!).

Insomma, non c’era modo migliore, davvero, per commemorare l’unità d’Italia, l’anniversario della breccia di Porta Pia….tutti uniti, insieme e soprattutto liberi…liberi di non credere!

 

Cathiatea

 

 

 

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