CICAP e creazionismo
CICAP e creazionismo Stampa E-mail

 A proposito di creazionismo, di cui si parla molto in questi tempi per i fatti inauditi che si verificano a riguardo (vedi per esempio museo di storia naturale aperto al pubblico lo scorso 29 aprile a Eureka Springs, in Arkansas, e recente conferenza al Museo di storia naturale di Brescia), pubblichiamo volentieri il punto di vista del CICAP, che con le sue iniziative per combattere gli imbrogli, le superstizioni e le irrazionalità ci aiuta da tempo a divulgare il pensiero scientifico e razionale sempre più a rischio di estinzione.

CICAP e Creazionismo di Lisa Maccari

Creazionismo, in senso stretto, è qualunque dottrina che si fondi sulla credenza in una divinità, o in un demiurgo, che con un proprio atto di volontà abbia dato origine al mondo………..

 In questa accezione, non è necessariamente legato a una particolare religione, e potrebbe perfino non essere in contraddizione con l'evoluzionismo: esistono infatti molte persone convinte che un atto divino iniziale abbia innescato la nascita dell'Universo, e che successivamente questo si sia evoluto in modo graduale.
Nell'accezione più comune, però, per creazionismo si intende soprattutto una visione legata alla tradizione giudaico-cristiana, e diffusa in particolare tra alcuni gruppi di fondamentalisti protestanti, di ambiente anglosassone. In questo senso indica, in generale, la credenza assoluta nell'interpretazione letterale, e non simbolica, del racconto biblico delle origini (secondo cui il mondo sarebbe stato creato da Dio così com'è, in sei giorni, circa seimila anni fa); e, di conseguenza, negazione di tutti i modelli scientifici di evoluzione, sia per l'Universo nel suo complesso, sia per gli esseri viventi e l'uomo. Il movimento creazionista, piuttosto che estinguersi in modo naturale, di fronte all'avanzata delle evidenze scientifiche, sta conoscendo invece una stagione di inaspettata riscossa: quasi inesistente in Italia e in Europa, riscuote spazio e attenzione negli Stati Uniti, costringendo scienziati ed educatori a resistenze ardue, e in qualche caso anche a battaglie legali.
Una prima data simbolica di questa sfida è quella del 1925, quando J.T. Scopes, un insegnante del Tennessee, fu processato per aver incluso nel suo corso accenni alla teoria dell'evoluzione di Charles Darwin, violando una legge locale. Per molti decenni in diversi stati dell'Unione continuò a valere tale divieto; o almeno, l'obbligo di accompagnare lezioni e testi dedicati all'evoluzionismo con note che ricordassero come questo fosse "solo una teoria", e non una descrizione di fatti reali, sicuramente avvenuti. In seguito, quando la pretesa di proibire l'insegnamento dell'evoluzione si era fatta insostenibile, la crociata creazionista ha ripiegato sulle argomentazioni della "libertà di opinione" e degli "uguali diritti", richiedendo che nei libri e nei programmi scolastici venisse dato pari spazio alle due versioni.Anche questa tattica è uscita perdente da una lunga guerra legale, nel 1987, quando la Corte Suprema federale sancì che non esisteva ragione di concedere pari dignità scientifica a due visioni, una delle quali era fondata sulla ricerca di prove concrete, e l'altra su un semplice dogma, del tutto privo di evidenze a sostegno.
La successiva strategia dei creazionisti, a seguito di questa sconfitta, è stato il tentativo di dare vesti scientifiche alla loro credenza, sostituendo il vecchio dogma creazionista con la moderna scienza della Creazione, che porterebbe evidenze oggettive a sostegno della verità biblica. Università e centri di ricerca privati fondati allo scopo, e "intellettuali" inclini al presenzialismo televisivo, si sforzano di convincere il pubblico che il creazionismo sia una scienza. A tal fine, argomentano facendo ampio uso di deduzioni indebite, salti logici ingiustificati, mal dissimulato principio di autorità e ragionamenti circolari; cadono spesso nell'attacco personale contro l'avversario (chi contesta gli insegnamenti religiosi, sarebbe un sostenitore del disordine sociale e dell'immoralità), o nell'equivoco tra fatti e loro interpretazioni etiche (se discendiamo dagli animali, qualcuno potrebbe usare questo argomento per giustificare violenza e crudeltà, quindi è meglio credere che non sia vero). Esistono creazionisti volenterosi e in buona fede che si impegnano a fondo per trovare elementi scientifici a proprio vantaggio: ma questa ricerca, il più delle volte, si limita al tentativo di smontare singoli dettagli dell'evoluzione, o a manipolare l'evidenza contraria per adattarla al quadro creazionista, piuttosto che a fornire prove in positivo delle proprie affermazioni. Per quale motivo, se anche si riuscisse a provare che l'evoluzione darwiniana è completamente sbagliata, questo dovrebbe bastare da sé a dimostrare che ha ragione la narrazione biblica? Nessun ragionamento logico, ma soltanto l'ennesima convinzione dogmatica, ci dice che esistano queste due sole possibilità…
L'ultimo appiglio, quando tutto il resto fallisce, è quello di invocare nuovamente le pari opportunità, appellandosi non più all'idea che "anche il creazionismo sia una teoria scientifica", ma a quella, contrapposta, che anche le visioni scientifiche siano dogmatiche, che "anche l'evoluzionismo sia una religione", e che quindi i due fronti meritino comunque uguale considerazione.
Il creazionismo, secondo i suoi critici, non è soltanto un attacco alla biologia evoluzionistica, ma un attacco a tutte le scienze, e al metodo scientifico nel suo complesso. Se i creazionisti avessero ragione, sarebbero errate gran parte delle acquisizioni della cosmologia, dell'astrofisica, della biochimica, della geologia, e di tutte le scienze naturali, discipline che invece hanno dato prova, in misura enorme, di convergere a conclusioni credibili, e compatibili tra loro. Si può ricordare inoltre come l'offensiva creazionista rientri in una più generale tendenza alla mobilitazione pubblica di tutti gli ambienti estremisti religiosi, fortemente conservatori, che da qualche decennio ha un impatto non trascurabile sulla politica degli Stati Uniti.
Questa battaglia ha offerto molte opportunità ai difensori del pensiero scientifico, per definire pubblicamente e in modo efficace cosa sia una scienza. In occasione del dibattito alla Corte Suprema, numerosi scienziati di fama internazionale, tra i quali il paleontologo Stephen J. Gould e il premio Nobel per la fisica Murray Gell-Mann, sostennero la causa anti-creazionista sottoscrivendo un appello, divenuto celebre come manifesto generale della razionalità e della scienza in una società democratica.

Fonte:     http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100401

 

 

Aggiungi commento

I soci registrati, prima di inviare un commento, devono accedere con login e
password dall'apposito modulo LOGIN in basso a sinistra.

Se non sei socio i tuoi commenti potranno essere pubblicati dopo approvazione dei moderatori, e pertanto potrebbe trascorrere un po’ di tempo.

La scelta delle notizie e i commenti eventualmente espressi dai curatori
o dai visitatori non rappresentano necessariamente l’opinione dell’UAAR.

Codice di sicurezza
Aggiorna