UAAR VE - MESTRE GIOVEDI' 19 DIC - I SIMBOLI DEL PRESEPIO Stampa

GIOVEDI' 19 DICEMBRE
ORE17,30
MESTRE VIA NAPOLI, 49/A
sede UAAR Venezia

In questo periodo di festività natalizie, di solstizio d’inverno, anche L’UAAR parla di presepe. Di questo strano «recinto», che racchiude molto più della devozione cristiana; Infatti il presepe si è sempre dibattuto tra religione, arte, tradizione popolare, artigianato, politica, collezionismo e molto altro ancora.

Negli anni ottanta, anni dell’edonismo reaganiano le gerarchie cattoliche iniziarono una campagna «presepe contro albero di natale» finì in parità, ognuno continuò a fare ciò che più gli garbava, molti ponendo semplicemente il presepe ai piedi dell’albero. A fine anni novanta inizio duemila, certa politica  «neoliberista» lanciò una campagna per il «presepe in ogni scuola», in ogni luogo pubblico, alla faccia della laicità dello stato di diritto, che è «condizione prepolitica della democrazia» come scrive Cinzia Sciuto in «non c’è fede che tenga». La storia si ripete ancora oggi, in questo periodo, con trafiletti sui giornali e dibattiti televisivi, che fanno ormai parte del clima natalizio. Si rinnova l’eterna schermaglia tra i sostenitori del presepe ad ogni costo contro le feste «straniere e clandestine» come Halloween e chi pensa, invece, che queste rappresentazioni festive, debbano essere a discrezione del corpo insegnanti, non sulla base delle proprie convinzioni, quanto piuttosto "sulla base della realtà socioculturale espressa dal territorio"..

Ma cos’è in fondo un presepe se non «l’evocazione di un evento»? La natura evocante della luce, della musica, dell’immagine, della parola non è altro che l’evocazione di una «nascita». Nella tradizione cristiana la nascita del figlio di Dio, ma anche, nella modernità, la nascita del figlio dell’uomo (Il duplice nome attribuito al nazareno). Questa dicotomia fa si che il presepe possa prendere indefinite forme, tutte valide, dalle più religiose alle più laiche, utilizzando materiali, elementi e luoghi tra i più disparati, può essere un atto di devozione o un atto di denuncia sociale o politica,  oppure semplicemente  un hobby come il ferromodellismo.

In altri casi può riguardare qualcosa di diverso … per esempio la nascita o’ la rinascita dell’Arte oppure,  perché no, la  nascita o la rinascita della «vergogna», di questo «Profondo e amaro turbamento interiore che ci assale quando ci rendiamo conto di aver agito o parlato in maniera riprovevole o disonorevole» di cui oggi si sente un gran bisogno, soprattutto in campo politico, religioso e sociale (lavoro). Ora essendo l’Arte o la Vergogna sostantivi femminili, si potrebbe, parafrasando Jannacci cantare:

«si potrebbe andare tutti quanti a vedere il presepe / per sentire come stanno i pastori e le capre / e gridare che quest’anno Gesù è nato femmina / per vedere di nascosto l’effetto che fa
VENGO ANCHIO … !!!

 

L'ingresso è libero, segue bicchierata atea e agnostica conviviale