8 MARZO UAAR IN PIAZZA FERRETTO A MESTRE Stampa

PER LA GIORNATA DELLA DONNA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

L’8 marzo 1908 vennero bruciate 129 donne, negli Stati Uniti d’America, per l’incendio della fabbrica Cotton: erano state chiuse dentro a chiave dal datore di lavoro perché volevano scioperare.

Anche se tanta strada è stata fatta grazie alle rivendicazioni di libertà delle donne, in troppe, nel mondo risultano ancora oggi stuprate, sottomesse e non emancipate, magari perché non possono studiare, o procreare,  esprimersi, muoversi, vestirsi,  come desiderano. E, ricordiamolo sempre, la parità di genere delle donne fa fiorire tutta la società in una civiltà migliore  per tutti, contro le discriminazioni e la violenza.

L’8 marzo 2019, le donne sono ancora quelle vestite in modo succinto in televisione,  le veline che devono essere belle e  di contorno, quelle che rivestono pochi ruoli di potere, quelle che pagano la crisi economica più degli altri, quelle che vengono ricacciate a casa, quelle che studiano e sono più brave ma hanno salari e pensioni più basse. Sono le donne, che tutte le religioni, da millenni, considerano meno importanti degli uomini per poterle sottomettere in funzione del potere e della successione, in via maschile, della proprietà.

Le donne del lotto marzo 2019 (non è un errore grammaticale) devono ancora difendersi, protestare e scendere in piazza per la loro libertà duramente attaccata, paradossalmente, anche in nome della “vita” che però non è la loro. Femminicidi, violenza, sentenze che parlano di tempesta emotiva che rammenta il delitto d’onore, sono purtroppo all’ordine del giorno.

Alle donne, in Italia, spesso è ancora negata la pillola del giorno dopo dal farmacista e dal medico obiettore che osano entrare nelle sfere più intime del corpo della donna come se le abusassero; in alcuni ospedali le donne  devono partorire con dolore, senza anestesia, perché costa troppo al servizio sanitario nazionale; oppure devono attendere tempi rischiosi, e sperare di non incappare poi in un medico obiettore,  per l’interruzione di gravidanza in base alla loro scelta e in base alla legge.

A fine mese, a Verona, si terrà il congresso mondiale delle “famiglie naturali” con il patrocinio, cioè pubblicizzato e finanziato, da istituzioni come la Regione Veneto, il Comune di Verona e addirittura la Presidenza del Consiglio, e vi parteciperanno pure il ministro Fontana, il governatore Zaia, il sindaco di Verona. Peccato che i registi internazionali di questo convegno siano un insieme di associazioni religiose, pro-vita, integraliste e politico estremiste, che in nome della famiglia naturale e della tradizione, vorrebbero abolire il divorzio, vietare l’aborto, scoraggiare il lavoro delle donne e, ciliegina sulla torta, negare il reato di violenza alle donne. Ovviamente, non tollerano neppure la libertà degli omosessuali incentivando così l’omofobia e ancora altra violenza.

Poi c’è il disegno di legge “Pillon” che mira a variare fortemente le norme in vigore del codice civile e penale sulle separazioni, i divorzi e gli affidi dei figli,  introducendo la mediazione civile obbligatoria –e a pagamento- nelle controversie tra genitori, smantellando così, secondo molti osservatori, le garanzie delle donne e le tutele dei minori in favore del loro benessere.

Lotto marzo 2019 non si festeggia dunque, si sta all’erta con gli occhi e le orecchie bene aperti.

E si sfilerà invece, come tutti i giorni, si sciopera -se si può- a testa alta, donne e uomini  insieme, per difendere a gran voce i diritti conquistati, e affinché  cessino le discriminazione tra le persone e con esse la prepotenza e la  violenza.

In piazza Ferretto, l'8 Marzo, a Mestre, trovi il gazebo Uaar dalle 16.00 alle 18.30 circa.

Sempre liberi di non credere e contro le discriminazioni tutte.

Circolo UAAR di Venezia