Impressioni dopo il tavolo informativo Stampa

     

 Il commento di un socio ci sprona a continuare con forza le nostre lotte.

 ………. mi ha favorevolmente impressionato la consistente affluenza di cittadini che, in qualche misura, si sono dimostrati interessati all’UAAR e alle sue attività. Altrettanto favorevolmente mi ha colpito anche la giovane età di chi si è accostato al nostro desk. Mi ha anche, in parte, sorpreso che in così breve tempo si siano iscritte all’UAAR alcune persone e che, altre, abbiano, accettato il “diploma di simpatizzante”. A margine di questa nostra attività altra cosa che mi ha soddisfatto è stata quella del dibattere

, tra noi e a ruota libera, ma con cognizione di causa, con convinzione e, mi sembra, con una certa preoccupazione, della attuali faccende politiche (e sottolineo “politiche”) che ci affiggono come italiani. Dibattito dal quale è emersa, secondo me, la comune necessità di impegnarci maggiormente in una lotta quotidiana che ci permetta di fissare dei paletti o, forse, è meglio definirle, “palizzate” contro la lenta ma progressiva invasione degli spazi di libertà, individuale e collettiva, nel quotidiano tentativo della ccar di demonizzare chi, come noi, si è assunto l’impegno di fare “aprire gli occhialla parte dell’Italia che si ostina a “guardare oltre” alle problematiche che tanta importanza rivestono nei confronti della Laicità, della Democrazia e del Laicismo. Quindi, direi, parte degli obbiettivi che ci siamo posti ,li abbiamo raggiunti. Ora si tratta di usare al meglio le cartucce che ci rimangono in canna.
Valutazioni non meno positive debbo esprimerle anche per il tempo del “dopolavoro” (oltre le 21) che è, per me, piacevolmente trascorso nel continuare, sempre a ruota libera, a dibattere tra noi sui temi di pregnanza politica, e sottolineo ancora una volta questo termine “politica” per far risaltare l’assenza, in tutti noi, di introdurre posizioni preconcette o in qualche modo partigiane nella discussione. Dimostrando così che è ben possibile che tra tanti “liberi pensatori”, probabilmente di impostazioni differenti, sia possibile ed auspicabile trovare sempre dei momenti di sintesi unitaria contro il nemico comune. Sarò anche “partigiano”, ma, io, il pericolo o il nemico lo vedo sempre vestito di nero.
Credo, e spero, che il piacere e la soddisfazione che ho provato in quelle ore, possa essere condivisa anche dagli amici che sono rimasti sulla “breccia” (non quella di Porta Pia, per ora) per tutte quelle continuative sei ore che ci hanno accomunato, per convincerci, ancora di più, a prestare il nostro tempo e le nostre risorse nella nostra non facile “guerra” contro ogni violenza materiale, spirituali e culturale che madre chiesa sta combattendo contro l’Uomo, tentando di imporre il suo dominio temporale.
Un caldo abbraccio a tutti voi, amici.
Renato