Nuovo politeismo: IL DIO SPORT
Giovedì 18 Maggio alle ore 17,30 a Venezia, delegazione Uaar zona SAFFA, Calle del Camin Cannaregio 472
Un paragone tra sport e religione esplorati nella loro dimensione collettiva, a cura di Cathia Vigato (Uaar Venezia)
“..lo sport è una religione con chiesa, dogmi e culto ... ma soprattutto un sentimento religioso” (Pierre de Coubertin l’organizzatore dei primi giochi olimpici moderni, Mémoires olympiques, 1931).
I giochi pubblici e la religione rivestono, sin dall'antichità, un’importanza significativa e forte nella società.
Ieri e oggi lo sport, come la religione, è trasversale alla dimensione dei singoli e per così dire li coagula in gruppi che si strutturano in linguaggi universali.
Lo sport e la religione hanno intrattenuto e intrattengono attraverso emozioni, pratiche, riti e miti, milioni di persone distraendoli da altre problematiche concrete.
Questa situazione è così forte che lo sport, come la religione, è considerato –e anche utilizzato- come istituzione che rafforza il sistema di riferimento.
Lo sport parla il linguaggio atavico della necessità del confronto con l'altro sublimandolo nella dimensione ludica, e oggi anche il linguaggio della tecnica, del business del benessere. La religione parla il linguaggio superstizioso della risoluzione del male nel mondo, dalla morte alle altre sciagure, e anche il linguaggio della tradizione.
La domanda è: quanto e cosa hanno in comune sport e religione, e quanto si influenzano a vicenda?
L'ingresso è libero
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