Anoressia, tra negazione e controllo del cibo e della mente
Anoressia, tra negazione e controllo del cibo e della mente Stampa E-mail

anoressia

Venerdì 14 Maggio alle ore 17,30, presso il Centro Culturale Candiani Sala Primo Piano, il Circolo UAAR di Venezia, per il ciclo – Le strade della Ragione -, presenta una relazione su

“Anoressia, tra negazione e controllo

del cibo e della mente”

a cura di Cathia Vigato, con la partecipazione della psicanalista Maria Luisa Levi.

Quali sono i disagi legati all’assunzione del cibo? Meglio forse, in ogni epoca, non fagocitare per non essere fagocitati dai ruoli imposti dalla famiglia e dalle regole sociali?

Esiste un collegamento tra i disturbi alimentari odierni e le numerose, e venerate ancora oggi, “sante anoressiche” del Medioevo, quali Caterina da Siena e Teresa d’Avila?

Quale è stato il ruolo della chiesa in queste situazioni al limite del patologico?

Caterina da Siena morì a 33 anni spenta dalla mancata nutrizione, si cibava solo dell’ostia, se mangiava altri alimenti si auto-procurava il vomito. Affermava che lo sposo di cui anche si nutriva, “…è sufficientemente ricco e potente da non privarmi di nulla, da provvedere alla mia persona”.

Perché sono proprio le donne, da sempre le giovani donne, ad essere le principali protagoniste di quella che appare una fuga dalla corporeità tradizionale femminile legata alla maternità?

Perché oggi l’anoressia interessa sempre di più anche gli uomini quali novelli ed efebi Peter Pan?

Sono queste alcune delle domande, anche sollevate dalla lettura del libro di Bell “La Santa Anoressia”, che ci hanno incuriosito e che cercheremo, se non di risolvere, almeno di affrontare con una relazione che, con un po’ di azzardo, passerà dalle Barbie, dai miti greci di Cronos, dalle sante e santi fra misticismo e privazioni, da madame Bovary, Emma, fino alle passate e odierne spiegazioni medico-psicologiche sull’argomento anoressia, bulimia e disagi alimentari.

In un contrapporsi tra materialità del corpo e ideali di santità, bellezza ed eterna giovinezza, una ricerca in cui le cause psicologiche si confondono con quelle biologiche e sociali evidenziando la nostra dualità dell’ essere noi stessi solo in quanto ci si palesa con il confronto dell’altro; o, ancora, su quello che potremmo definire il “difetto” umano, ovvero la mancata naturalità e razionalità del pieno appagamento di vivere solo sul reale.

Vi aspettiamo per un vivace dibattito. L’ingresso è libero.

Cathia Vigato

 

 

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